da lunedì 3 a venerdì 7 maggio 2021 su RAI RADIO3
alle ore 19:50 all’interno del programma “Tre Soldi”
IL SOGNO DI UNA COSA
i giorni del Lodo de Gasperi a San Vito al Tagliamento
un documentario radiofonico in cinque puntate
di Renato Rinaldi
alla fisarmonica Mirko Cisilino
prodotto dal Comune di San Vito al Tagliamento
con le voci di
Angelo Battel, Elio De Capitani, Riccardo Castellana, Bepi Mariuz, Paola Galante, Paolo Gaspari, Peter Kammerer e Giorgio Sclipa.
dagli archivi di Paolo Gaspari
Felice Antoniali, Erminio Bertoia, Rino Bonutti, Valeria Chiarotto, Bruno Francescutto, Mario Gaiardo, Regina Gaiardo, Pietro Nicodemo, Gino Nonis, Dante Pasian, Manlio Simonato, Carlo Tullio Altan
e dagli archivi di Bepi Mariuz
Ernesto Chiarotto, Pia Paron, Dino Peresson, Guglielmo Susanna, Silvano Trevisan
con estratti da
Il sogno di una cosa – Pasolini in Friuli 1943-1949 – di Francesco Bortolini – prod. RAI – documentario TV
I giorni del lodo De Gasperi – di Bepi Mariuz – Comune di San Vito al Tagliamento e Cordovado – documentario TV
I miei fantas – lettura in friulano de Il sogno di una cosa – prod Radio Onde Furlane – lettura radiofonica
La storia
La mattina del 29 gennaio nel piazzale di Madonna di Rosa si sono radunate circa 600 persone la maggior parte giovani mezzadri e braccianti alcuni dei quali “armati” di picconi e badili. Lo scopo della manifestazione era far firmare ai proprietari terrieri di San Vito al tagliamento un documento in cui si sarebbero impegnati ad applicare il famoso lodo de Gasperi, che imponeva un aggiustamento della percentuale, dal 50 al 53% a favore dei mezzadri e disponeva che il 10% del prodotto padronale fosse destinato a lavori di miglioria dando seguito alla norma di legge sull’imponibile di mano d’opera del 1947 e che prevedeva l’obbligo da parte dei datori di lavoro agricoli di assumere e di impiegare una certa quantità di mano d’opera per un certo numero di giornate. Le intenzioni dei manifestanti erano pacifiche, si aspettavano che i proprietari si sarebbero “comportati da signori” in quanto, avendo abbondantemente di che vivere, avrebbero dovuto accettare le “leggi” che garantivano un miglioramento delle condizioni dei lavoratori, che all’indomani della guerra erano al limite della sopravvivenza sia per i braccianti che per i mezzadri. Ma all’annuncio che i proprietari si rifiutavano di sottoscrivere il documento presentatogli, dalla piazza sono partite una serie di incursioni nelle ville e nei palazzi dei possidenti per far loro pressione e portarli alla firma. Scaglioni di cinquanta-cento persone si presentarono davanti ai palazzi dei maggiori possidenti e in pochi minuti vennero occupati i giardini e bloccati i cancelli dei palazzi Rota, Altan, Zuccheri e Alberghetti.
La ribellione di San Vito del 29 gennaio 1948 è memorabile per la presenza di tre grandi personaggi: Angelo Galante (detto Ciliti), Carlo Tullio-Altan e Pier Paolo Pasolini. Il primo fu il capo carismatico dei contadini, il secondo fu il proprietario che propose l’accordo – e diventerà poi il padre dell’antropologia culturale in Italia -, il terzo fu un intellettuale, testimone, che diventerà il cantore di quei fatti in due romanzi, Il sogno di una cosa e Atti impuri: un’esperienza storica emblematica, come poche volte è capitato nella storia italiana.
La rivolta popolare di San Vito del gennaio 1948 e la storia dei personaggi che ne furono i protagonisti o i testimoni non avrebbe potuto essere ricostruita né con i soli documenti d’archivio né con le sole testimonianze orali. Né senza la testimonianza che Pasolini trasferì nei suoi scritti. Pasolini, che alla rivolta contro i proprietari terrieri partecipa in prima persona come segretario della cellula del Partito comunista di San Giovanni, non avrebbe potuto esserne lo storico, ma ne fu il cantore ne il sogno di una cosa, raccontando quell’accelerazione della storia che avrebbe portato alla fine della società rurale, la fine di un epoca.
Il racconto radiofonico si avvarrà delle testimonianze dirette dei partecipanti alle lotte registrate dallo storico Paolo Gaspari negli anni 1979-80, integrate con nuove interviste a studiosi e si muoverà in parallelo alla cronaca letteraria fatta da Pier Paolo Pasolini ne Il sogno di una cosa.
Un ringraziamento particolare a Graziella Chiarcossi per la riproduzione di brani di P. P. Pasolini da “Il sogno di una cosa” (Garzanti), “Quello lì è il mio padrone” racconto che è contenuto nel libro Un paese di temporali e di primule, a cura di Nico Naldini (Guanda) e per il suggerimento della citazione da Poeta delle Ceneri (Archinto 2010).
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