Di questa terra lontana

La poetica di Pier Paolo Pasolini nei suoi anni a Casarsa, in una lettura con musica e disegno dal vivo

“Questo paesaggio torna ogni febbraio, quando la campagna è così ritratta nel suo silenzio… nelle giornate terse, nelle prime ore del mattino, vi si distinguono i ghiaioni, i dirupi, le macchie turchine dei boschi, i solchi candidi dei torrenti, le minime pieghe dei declivi. Basta allora il canto di un uccelletto per spirare nei sensi uno sgomento, un’accoratezza mortale, come se quel lievissimo grido colorisse di una luce di tempesta l’aria intorno alle montagne e le imprigionasse in un’ora eterna.” Pier Paolo Pasolini

Le poesie friulane di Pier Paolo Pasolini raccontano il rapporto del poeta con la lingua “madre”: una lingua sentita vibrare nell’aria, tra i vicoli del paese materno, che nelle sue mani diventa poesia.  “Una poesia che viene dall’anima di un popolo e della sua parlata”:

Sensa fuèjs a era l’aria,
sgivìns, ledris, moràrs…
Si jodèvin lontàns
i borcs sot i mons clars.
Strac di zujà ta l’erba,
in tai dis di Fevràr,
i mi sintavi cà, bagnàt
dal zèil da l’aria verda.

Pasolini evoca il paesaggio in cui si immergeva durante le vacanze estive, arrivando a Casarsa da ragazzo di passaggio a bordo di un treno.

La terra che lo accolse come abitante e durante la guerra lo portò alla scoperta di “un villaggio perduto tra rogge e viti”, dove visse coi pochi contadini intorno realizzando il progetto de l’Academiuta di lenga furlana.

La lettura intreccia brevi poesie in friulano, aneddoti in prosa, lettere e testimonianze in italiano dell’autore a fotografie e a musica e disegno dal vivo della Compagnia.
Ricreando le atmosfere e i paesaggi “di questa terra lontana” impressi nello sguardo dell’autore.

a cura di
Caterina Di Fant, Serena Giacchetta, Giorgio Parisi, Valentina Rivelli

produzione
Teatro della Sete

progetto realizzato con il sostegno di
ARLeF – Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane