Finché morte non ci separi

spettacolo per adulti

…conversazione a lunga conservazione…

di e con Martina Boldarin e Caterina Di Fant

“Prometto di amarti e di onorarti nella buona e nella cattiva sorte in salute e in malattia in ricchezza e in povertà…
… FINCHÉ MORTE NON CI SEPARI”

Dopodiché il rapporto coniugale si trasforma in una conversazione a lunga conservazione: dialoghi di minute concretezze, cerimonie dell’insignificanza e reciproca difficoltà di sopportazione scandiscono una routine di coppia ormai lisa e lisciata dagli anni.
I dialoghi si ripetono quotidianamente e, a differenza del latte, non scadranno mai.
Tutto è lecito e sopportato grazie all’istituzionalizzazione del legame che unisce i personaggi.Una famiglia, in cui l’amore non ha più sapore, l’amore non è più in vigore, l’amore non da più stupore, si sveglia all’alba del 30° anniversario di matrimonio. La madre, il padre e Gianni (loro figlio) festeggeranno l’evento ricordandosi vicendevolmente i momenti migliori della vita vissuta insieme: gli inutili rancori che a volte vengono a galla, l’ubriaca voglia di romanticismo, i bicchieri che puzzano di uovo “perché anche con il miglior detersivo tu fai puzzare i bicchiere”; i tradimenti digeriti poiché “è inutile parlare ormai di tutte queste cose, cerca un altro argomento di conversazione” e Gianni, che non vede l’ora di alzarsi la mattina per dare alla madre la finta apparenza che qualcuno la stia ascoltando.D’altronde le feste a questo servono: a celebrare i pregi e a perdonare i difetti, a lasciare la quotidianità in secondo piano per esaltare gli affetti.“Finché morte non ci separi” è uno spettacolo tanto ironico quanto vero, accompagnato dal magico repertorio anni ‘60 di Mina… a ricordare che l’importante nella vita è saper ridere di se stessi, essere coscienti che dagli altri si può imparare, prima di tutto, come non si vuole diventare.

Fotografie di Andrea Damiani