Cannibali
spettacolo per adulti
Di Josè Pliya
con Serena Di Blasio, Nicoletta Oscuro, Arianna Zani
regia di Maril Van den Broek
Un parco. Tre donne all’interno.
É un parco pubblico, un parco comunale.Un parco da cui, inspiegabilmente, non si può uscire. O non si vuole uscire.
Uno spazio aperto e chiuso al contempo, un luogo neutro che sottintende, via via sempre più palpabile, la pericolosità di un’arena.
Apparentemente non vi è alcun impedimento dichiarato, architettonico o logico, ma quel perimetro non lo si può abbandonare.
Perché? Perché non si abbandona il campo di battaglia.
Tre donne, tre panchine.
Christine si è assopita qualche istante. Al suo risveglio sua figlia, che dormiva nella sua carrozzina, è scomparsa. Al suo risveglio due donne sono accanto a lei: Nicole, che non ama essere disturbata, soprattutto che non ama i bambini e Martine, che invece si fa avanti, poiché lo sgomento di Christine la tocca in quanto madre. Ha al suo fianco una carrozzina, dove dorme un bimbo che non si deve svegliare. Non hanno visto niente, non hanno sentito niente…
Verranno costrette a ritrovare quella bambina nei loro ricordi, nelle loro menzogne, nei loro desideri. Verranno costrette a ritrovare loro stesse. A svelare loro stesse. Non è violenza, è una ricerca legittima.
Ecco perché da questo parco non si può, non si vuole uscire. Ecco l’arena, ecco il campo di battaglia.
Cannibali.
Lo spettacolo affronta il mistero della maternità da un punto di vista sconcertante e privo di contaminazioni moralistiche.
Si tratta di aborto, violenza, sterilità, inseminazione artificiale. Il modello-donna e le problematiche inerenti. Il bisogno, la solitudine, la congiunzione di tre individui per necessità.
La condivisione delle proprie angosce di essere madre. Quanto è difficile seguire le proprie viscere?
La donna deve salvaguardare il suo essere donna! Come? In quanto madre, o in quanto essere umano? Che prezzo si paga oggi? Che lotta interna si sviluppa quando il femminile si muove verso l’autarchia, verso la polivalenza negli atti, verso l’autodeterminazione e la realizzazione sociale ed economica?
Ma tale realizzazione sarà mai emotivamente sufficiente senza la creazione di una vita?
Portare avanti sé stesse o la specie?
Attenzione al capestro! Non solo assecondare le viscere, ma scegliere la garanzia: con un figlio non si è mai più sole.
Il peso della solitudine si smorza, cresce quello della responsabilità, e guardarsi allo specchio diventa implacabile: di nuovo l’istinto ci strazia in più direzioni.
Ecco il materno. Ed ecco la pulsione individuale.
Cannibali è uno spettacolo prodotto dal Teatro della Sete in collaborazione con CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e Face à face, parole di Francia per scene d’Italia 2009